Origine della Dentosofia
Origine della Dentosofia
Da sempre, celebri professionisti hanno considerato l’apparato oro-facciale parte dell’organismo nel suo complesso e hanno orientato in questa direzione i loro esperimenti e la loro pratica. La loro ricerca del miglioramento della qualità delle cure, rafforzata della loro impotenza di fronte allo sgomento di alcuni pazienti, poterà a questi due dentisti ad interessarsi a queste pratiche differenti, a confrontarle sistematicamente con la propria esperienza clinica e vederle nella prospettiva di altre conoscenze mediche e neuropsicologiche.
In particolare, i loro studi attingono da quelli dei seguenti Professori: René SOULET della Facoltà di Clermont-Ferrand, André BESOMBES della Facoltà di Parigi e Pedro PLANAS della Facoltà di Madrid.
1953 I professori R. Soulet e A. Besombes presentano per la prima volta un apparecchio d’ortopedia funzionale chiamato “attivatore-apparecchio Soulet Besombes”, destinato alla correzione dei dismorfismi boccali e rivolto al grande pubblico.
NELLO STESSO TEMPO Il professore P. Planas (facoltà di Madrid e successivamente di Barcellona) presenta al mondo medico gli AFMP – angoli funzionali masticatori di Planas – e sviluppa le sue teorie sull’equilibrio occlusale e leggi dello sviluppo del sistema stomatognatico (riabilitazione neuro-occlusale).
Nonostante il REALE INTERESSE MEDICO, questi metodi ben sviluppati ad inizio anni ’60 (si veda il Congresso della Società Francese d’Ortopedia del 1961) saranno successivamente del tutto abbandonati.
LA NOSTRA RICERCA PERSONALE per migliorare la qualità delle cure ci poterà a incontrare in seguito i professori Besombes, nel 1984, Planas, nel 1989, così come Béatriz Padovan, San Paulo nel 1990, e la sua riorganizzazione neuro-funzionale. Questi incontri saranno l’occasione di una straordinario apertura nella pratica della nostra Arte. Saranno per noi decisive, in perfetta armonia con la nostra indagine di una migliore conoscenza dell’essere umano.
DA TRENT’ANNI, spinti dall’interesse sempre più vivo dei pazienti per approcci terapeutici nuovi, abbiamo praticato questi metodi su centinaia di persone con risultati sorprendenti:
- i pazienti hanno potuto risolvere ogni sorta di dismorfismo orale: classe II, classe III, mancanza di spazio, sovra-occlusione, mal-occlusione, morso incrociato, ecc… Qualsiasi sia il caso trattato, hanno potuto evitare l’estrazione dei premolari (e/o dei denti del giudizio.)
- sul piano “simmetrico-occlusale” i risultati sono stati altrettanto convincenti: riduzione e eliminazione di scricchiolii e scrocchi articolari, dolori ATM, blocchi articolari… hanno anche constatato che il miglioramento delle condizioni orali è sempre accompagnato da un benessere generali e che molti problemi si regolarizzano, quale che sia l’età del paziente: mal di testa, mal di schiena, difficoltà a concentrarsi, bambini nervosi e agitati, dislessia, difficoltà d’apprendimento nella scrittura, disturbi del sonno – inclusi gli incubi – depressione, patologie otorinolaringoiatriche – tonsillite, otite, sinusite, rinite allergica, rinofaringite, tosse – asma, eczema… L’arte odontoiatrica e l’arte medica si incontrano attraverso questa ortopedia che possiamo classificare come “pluri-funzionale”.
LAVORANDO IN QUESTO MODO hanno preso coscienza della totalità dell’uomo e hanno potuto collegare, cosa inevitabile anche se generalmente nascosta, la bocca al resto del corpo fisico, organico e psico-affettivo. Quando più del 70% dei bambini hanno una patologia di struttura a livello orale (classe II) – rapporto officiale di uno studio condotto in Francia* – non è più possibile contentarsi di curare i sintomi, ma è necessario proporre una riflessione fondamentale e occuparsi di un malato e del suo ambiente sociale e culturale, e non di un dente. L’arte dell’odontoiatria diventa un vero e proprio ampliamento dell’arte della guarigione.
QUESTO PARTICOLARE APPROCCIO, che instaura una nuova relazione fra terapeuta e paziente che fonda un metodo di terapia dentaria originale chiamata DENTOSOFIA. Avvicinando dens, il dente, a sophia, saggezza, questa parola porta in sé la speranza e l’ambizione che un giorno “l’uomo ascolti la bocca parlargli dell’uomo”. Lungi dal plasmare l’uomo a effige dell’odontoiatria, bisogna elaborare un’odontoiatria a effige dell’uomo.
*Seminario ARPEA 94 del 27-28/05/1999