Casi Clinici
Daniel 38 anni
Fin dall’età “della ragione” ho avuto coscienza della mia “diversità”. Avevo un viso prognato, il mio labbro inferiore aveva una protuberanza molto pronunciata. Oltre alla diversità fisica, i miei denti si accavallavano, si scheggiavano in continuazione… Adulto, mi sono trasferito spesso e ho spesso sentito: «Sa, ora, tagliando la vostra mascella inferiore, qui e qui, si ottengono ottimi risultati.»
«I rischi?»
«Minimi, poiché faremo incidere una S al nervo della mascella. Ci sono casi, ma davvero rarissimi, in cui il rischio è veder “cadere” il labbro inferiore!!!». Con il tempo mi sono abituato a dare sempre la risposta: «Grazie Dottore, ci penserò!!!» Ero forse un po’ più brusco del normale… pare che sia caratteristica di chi ha un mento importante… Ho iniziato, quest’anno, a mettere l’attivatore e ne sono diventato dipendente. Potrà far sorridere ma avevo l’impressione che la mia testa si trasformasse (sia esternamente sia internamente). Sempre altrettanta foga, ma maggior riflessione, miglior spirito d’analisi, mi sentivo chiaramente diverso; cose che mi sembravano impossibili sono diventate molto più affrontabili, addirittura quasi facili. Se dovessi rifarlo, sarebbe con volontà ancora maggiore… Se (solo) queste poche righe potessero convincere alcuni genitori ad agire senza aspettare sulla piena salute dei loro figli…
Christian 21 anni
“ J’avais 9 ans et depuis déjà longtemps, je vivais presque chaque nuit ce que les psychiatres appellent couramment des terreurs nocturnes…
Sans reprendre conscience, je me levais, les yeux grand ouverts (comme les somnambules) dans une terreur que je ne pouvais décrire avec des mots. Ma peur la plus grande et la plus profonde était de porter un jour atteinte à mes proches lors de ces phases incontrôlées. Vous pouvez alors peut-être imaginer quelles pouvaient être, dans ces conditions, mes journées également, car je demeurais avec la hantise permanente de la nuit qui approche. Le jour, j’avais des vertiges parfois importants.
Mes parents impuissants m’avaient fait consulter les plus grands spécialistes, qui m’ont fait passer autant de tests, électroencéphalogrammes et autres examens pour trouver un mot aux miens (maux), en vain…
Puis, l’activateur est arrivé dans ma vie. J’ai tout de suite senti que c’était ma chance. J’ai mis alors une telle volonté qu’en une semaine de mastication (je ne le portais pas encore la nuit) mes terrifiants cauchemars qui hantaient même mes journées disparurent avec les vertiges et tous les troubles associés.”
Thomas 18 anni
Prima di iniziare la terapia, mi vergognavo dei miei denti. Alcuni compagni mi prendevano in giro. A quel tempo questa situazione mi pesava molto.
All’inizio ero attratto da questo trattamento poiché mi permetteva di tenere tutti i miei denti. Non sopportavo più un apparecchio di ferro sui denti. Ho capito che il terapeuta era lì per accompagnarmi. In più, avrei potuto smettere in qualsiasi momento l’avessi voluto.
Al principio è stato difficile, poi non ci ho più fatto caso. A motivarmi è stato il dialogo con il terapeuta. Ho capito che lo facevo per me, non per altri.
Anche la mia vita è migliorata. Ora sapevo quello che volevo fare. Ciò mi ha aiutato nelle relazioni con gli altri. Ho imparato e ho potuto ridere di me stesso e sono diventato meno sensibile ai commenti degli altri.
In generale mi ha aiutato a orientare la mia vita secondo ciò che sentivo. Ho ugualmente capito che quando mordevo l’attivatore, la mia dentatura si trasformava e parallelamente anche tutto il mio corpo si modificava (è migliorato sensibilmente un problema al ginocchio).
Ho davvero apprezzato le discussioni che mi hanno dato l’input per lanciarmi e convincermi (mi ricordo una parola in particolare: divertirsi). Adesso ho voglia di farlo in ogni momento.
Sono stato n grado di riflettere sul destino: non subiamo la vita, ci creiamo delle occasioni.
I genitori di Thomas
Questo è stato chiaro fin da subito: Thomas deve impegnarsi nella terapia, se no non funziona.
Il nostro ruolo in quanto genitori è stato semplice: seguirlo nel percorso e ascoltare ciò che ci diceva, ciò che provava in rapporto alla sua terapia. Abbiamo notato che Thomas cambiava con la sua dentatura e viceversa.
Dal punto di vista scolastico, fino alla terza media Thomas era in difficoltà a scuola. È stato bocciato due volte. Sentivamo che era infelice quando riceveva valutazioni insufficienti, ma non era più di tanto motivato a far sì che la situazioni cambiasse.
È stato lui stesso, alla fine della terza media, con l’aiuto di un consigliere d’orientamento, a scegliere la professione che voleva esercitare, e ha anche scelto quale scuola frequentare. Thomas ha così preso in mano la sua formazione, la voglia di studiare cresceva sempre di più e in maniera del tutto naturale.
Ha preso voti più che onorevoli nei due esami a cui si è presentato. Nello stesso tempo i suoi denti hanno ritrovato il loro posto.
Non possiamo fare altro che constatare che il suo problema di dentatura si è risolto parallelamente alla sua evoluzione personale. Dargli l’occasione di riordinare la sua bocca gli ha permesso di rimettersi al passo con la sua vita e inversamente. Per tutto questo gli scambi, i dialoghi con il suo terapeuta lungo tutto il corso della cura sono stati molto importanti per lui.
alexandre 17 anni
Prima ero obeso e di conseguenza non ero a mio agio con il mio corpo.
Raramente comunicavo con altri, poiché ero timido e riservato, quasi chiuso in me stesso. Non vedevo altro che il mio fisico.
Quando ho iniziato il trattamento, i miei denti erano ben diversi da quel che sono ora. I miei denti inferiori ferivano le gengive dei denti superiori…
I progressi sono stati costanti e non solo relativi ai denti.
Ho perso venti chili senza fare nessuna dieta draconiana. Ciò mi ha permesso di praticare una serie di sport senza alcun handicap o difficoltà.
Liberato del mio fisico, mi sono aperto sempre più agli altri, ho comunicato con facilità con ogni tipo di persona.
Testimonianza dei genitori di Alexandre
A 7 anni la mascella superiore di Alexandre ricopriva in modo importante quella inferiore. In aggiunta ai problemi dentali, presentava allora una tendenza all’obesità e un comportamento molto apprensivo (paura della solitudine e dell’ignoto). Il professionista ha a lungo spiegato la “filosofia” di questo trattamento.
Nel corso dei sei anni, in particolare dei primi due, abbiamo visto un’evoluzione molto positiva da un lato della dentatura (rimessa in posizione e assenza di carie), dall’altro dello sviluppo fisico (modifica autonoma del regime alimentario comportante un dimagrimento molto importante, piacere e pratica dello sport in generale) e infine del comportamento sociale (aumento della fiducia in sé, apertura agli altri)…
André 40 anni
Da quasi un anno mastico questo pezzo di gomma e ammetto di non capacitarmene nemmeno io. È difficile ammettere di pensar poter cambiare le cose con un oggetto così insignificante. Non è una convinzione acquisita fin dal principio.
Pensandoci, non è tutto così semplice. Ho sempre incubato un malessere, sempre accompagnato di sintomi psicosomatici, del tipo emicranie oftalmiche, nausee dovute a un blocco generale e ansie-angosce di diverso tipo difficili da superare. Dall’inizio dell’esperienza con la dentosofia le cose sono cambiate. Innanzitutto i miei denti si sono spostati, cosa che mi ha dato coraggio. Non ho più avuto periodi di malessere o d’ansia, se non davvero raramente, ho più fiducia in me, non ho più emicranie, ho una visione più positiva del futuro e della vita.
Ad ogni modo, sono felice, non sono in paradiso ma non è più l’inferno. Non è stato un cambiamento brutale, ma piuttosto dolce e graduale…
Ammetto però che è ugualmente sconvolgente.
Non provo altro che gioie smisurate, esplosive, ma come contropartita, non provo più profondi sconforti insopportabili, capaci di ridurmi in stati di debilitante stanchezza.
Fra tutto sono più contento della quasi scomparsa delle mie ansie.
Albert 40 anni
Sarà a breve un anno che utilizzo questo attivatore due volte al giorno, e deve dire che mi procura benessere. Non so per quale motivo ma il risultato c’è. Ma torniamo un po’ indietro nel tempo.
Quando sono venuto alla consultazione, ero molto scettico sugli effettivi effetti di un pezzo di gomma. Ero in condizioni pietose, depresso, affetto da disturbi ossessivi-compulsivi, dolori alla cervicale, ronzii alle orecchie. Fuggivo da casa non appena arrivava il week-end. Di medico in medico, d’ansiolitici in antidepressivi, cercavo la causa del mio male. Ero persuaso fosse fisica. Ripensandoci ora, mi rendo conto che cercavo nel posto sbagliato…
L’uso dell’apparecchio mi ha reso cosciente che la psicologia assume un ruolo preponderante nei nostri mali. Non so perché il masticare questo pezzo di gomma mi ha permesso di uscire dalla mia depressione.
Mi sento obbligato ad arrendermi all’evidenza: funziona.
Dopo aver dissipato la nebbia in cui ho vissuto, non sono più lo stesso di prima, e mai tornerò ad esserlo.
Christiane 52 anni
Nel marzo ’92, ho preso in mano la mia situazione e, seguita dal mio dentista, ho fatto una serie di esami, visite specialistiche, scanner, radiografie e quant’altro. Tutto ciò per sentirmi dire: avete la mascella di una nonna di 90 anni (e ne avevo 43!). La vostra mascella è completamente consumata.
Si pensava di far ricorso ad un’operazione; innestare un pezzo di cartilagine dell’anca sui menischi della mascella, con tutti i rischi che l’operazione comporta, e in più il rischio di una paralisi facciale.
Per farla breve ho rifiutato, ma il mio dentista non ha rinunciato ad aiutarmi, ha fatto vedere il mio caso ai suoi colleghi fino a quando uno di questi gli ha dato un indirizzo.
Fu fissato un appuntamento urgente nel marzo ’93.
Apparecchio, divaricatore sotto le mascelle, attivatori di gomma. Tutto un lavoro psicologico si è messo in atto per riconoscere un anno dopo che stavo meglio. Non spiegherò qui il metodo ma posso dire che oggi, nel guigno 2001, mi sento bene, la mia mascella a ripreso il suo posto e non è più storta.
Emilie 22 anni
Ho iniziato il trattamento nel 1993, avevo 14 anni.
Ero tormentata da dolori alla nuca molto fastidiosi; avevo un canino che non spuntava e la mia via era più degli altri che mia.
Ero una ribelle, in contrasto con i miei, la scuola e più o meno tutto ciò che riguardava il mondo degli “adulti”. Realizzo ora che vivevo attraverso le idee, i progetti e i gusti di altri.
Ero innovatrice e creativa, ma mi lasciavo trascinare dalla mia vita che non era realmente nata dalle mie proprie scelte. Ero trasparente.
Non ero davvero me stessa e d’altronde ignoravo fino ad allora questo concetto, che per me non aveva importanza.
Poi andando avanti con il trattamento e passando gli anni, sentivo meno il bisogno di attirare l’attenzione e i complimenti gratificanti che lusingavano il mio ego in mancanza d’amore.
Mi chiedo spesso come sarei stata se non l’avessi integrato nella mia vita. Da qualche mese mi sento sempre più forte e indipendente, nel senso che le mie scelte sono frutto delle mie creazioni, sono responsabile della mia vita e mi sento meravigliosamente bene nella mia vita, e anche se domando ancora parole dii conforto, ora so che non sono più necessarie.
Non è facile confrontare prima e dopo, poiché ho l’impressione di essere sempre stata come sono ora. Solamente questa “Emilie di oggi” era in profondità e possibilità pronta a mettersi in azione, meno bloccata e nascosta da un mucchio di pensieri tossici che da allora ho dimenticato.
Sono oggi presente nel mio corpo, che amo e ascolto con molta attenzione, questa forza che mi accompagna è la più bella prova d’amore che abbia mai ricevuto da qualcun altro che me stessa, e oggi sono fiera di me, di questa persona che esiste e si chiama Emilie.
Elsa 13 anni
Una volta iniziato il trattamento, ho aumentato la fiducia in me stessa, mi esprimo di più, dico ciò che penso davvero e non sono cambiata solo nel carattere ma anche all’interno del mio corpo.
Da quando ho messo questo apparecchio, ho fatto più cose di quante mai fatte prima, ho detto come mi sentivo, mentre prima non esprimevo mai i miei sentimenti.
Penso che non si possa descrivere cosa si prova veramente poiché le parole non basterebbero per dire ciò che mi ha portato. Quindi provare per credere.
Testimonianza di un dentista italiano
Tuffarmi nella dentosofia fu per me come affrontare un viaggio al di là delle colonne d’Ercole; non sapevo niente di ortodonzia e credevo di non voler saperne nulla di più.
Eppure, nonostante le esitazioni, ero affascinato da questa terapia che si propone, tramite l’uso di un apparecchio di gomma, di riequilibrare non solo la bocca e la struttura ma anche l’individuo, nella globalità del suo corpo e della sua psiche.
Era ciò che avevo sempre ricercato; era come se mi chiamasse.
E così mi sono imbarcato, non sapendo se avrei trovato una via più breve verso le Indie o, come è stato, un nuovo continente estremamente ricco. Poco a poco tutti i pezzi del puzzle hanno trovato il loro posto. La mia ignoranza si è rivelata vantaggiosa: non ho dovuto “svuotarmi” e sbarazzarsi di concetti preconfezionati per accogliere la nuova conoscenza.
Portando l’attivatore ho potuto verificare personalmente queste parole:
«il terapeuta agisce in funzione dei suoi limiti, non in funzione di quelli del metodo. E i limiti del terapeuta sono quelli della sua bocca. Pensiamo, sentiamo, educhiamo, curiamo, dirigiamo e creiamo il mondo in funzione dell’equilibrio o del disequilibrio della nostra bocca».
L’utilizzo quotidiano dell’attivatore permette di sorpassare i nostri limiti e frontiere, ogni giorno un po’ di più. Questo, associato alla teoria affascinante che sorregge la dentosofia, nella mia pratica quotidiana mi permette di comprendere realmente la sofferenza, non solo fisica, corporea ma anche metafisica dei miei pazienti.
Ciò mi ha i mezzi per accompagnarli nel loro percorso di guarigione percependo chiaramente le tappe da seguire e gli strumenti da utilizzare.
E ho capito che le esitazioni ad intraprendere il cammino della dentosofia venivano giustamente dai limiti della mia bocca.